Emicrania e mal di testa cronico: la cannabis medica potrebbe essere una nuova opzione di cura per le sue proprietà anti-infiammatorie e analgesiche.
Una review pubblicata a maggio di quest’anno su Frontiers Neurology da un gruppo dell’università dell’Arizona ha analizzato 12 studi per un totale di 1980 pazienti, concludendo che la cannabis medica è probabilmente efficace nel prevenire e curare gli attacchi di emicrania. Ma i ricercatori spiegano che sono necessari nuovi studi per confermare questa ipotesi, suffragata peraltro da una serie di indagini e dalle esperienze anche aneddotiche dei pazienti, che riferiscono una riduzione dei sintomi, come mal di testa, nausea e vomito.
L’emicrania è una patologia da record: colpisce il 12% della popolazione mondiale, circa un miliardo di persone. Solo in Italia ne soffrono almeno 6 milioni di persone, ma le stime più recenti indicano che il numero reale potrebbe raggiungere addirittura i 15 milioni.
Terza patologia più frequente nell’essere umano, è anche la seconda più debilitante per diffusione, dopo il dolore lombare. L’emicrania, chi ne soffre può confermalo, non è solo mal di testa: può essere accompagnata da altri sintomi, come nausea, vomito, sensibilità alla luce e al suono e insonnia. Una vera e propria “tempesta”, che dura in media dalle 4 alle 72 ore, ma può diventare anche cronica e superare i 15 giorni o più al mese.
I pazienti assumono farmaci analgesici o antinfiammatori, ma i risultati sono variabili e con effetti collaterali per cui l’uso non può essere prolungato nel tempo Al momento si stanno valutando anche nuove opzioni terapeutiche, come la chirurgia, la somministrazione di anticorpi monoclonali, ovvero farmaci diretti contro i meccanismi molecolari del dolore da emicrania, ma anche l’uso di alimenti o piante medicinali.
Le proprietà della cannabis medica la rendono un buon candidato per la cura dell’emicrania.
La letteratura scientifica riporta i suoi benefici nel controllo della nausea e del vomito, ad esempio nei pazienti sottoposti a chemioterapia. Un numero crescente di studi, inoltre, sostiene l’uso della cannabis terapeutica per lenire il dolore cronico e controllare gli spasmi muscolari. I cannabinoidi potrebbero mitigare anche i sintomi dell’emicrania attraverso vari meccanismi: hanno proprietà anti-infiammatorie, bloccano la vasocostrizione periferica e riducono la percezione del dolore agendo sulla via metabolica della serotonina.
Ma l’interesse per la cannabis come opzione terapeutica per l’emicrania nasce soprattutto dalle esperienze dei pazienti: in un’indagine sull’uso medico dei prodotti a base di cannabis in Germania, Austria e Svizzera, il 10,2% dei pazienti con emicrania ha riferito di consumare autonomamente cannabis per alleviare i sintomi. Uno studio del 2019 condotto dalla Washington State University ha raccolte le testimonianze di più di 1300 pazienti che avevano usato la cannabis per superare gli attacchi di emicrania: il 49,6%, praticamente un paziente su due, ha dichiarato di avere avuto dei benefici. Lo scorso anno, un altro sondaggio informale condotto dalla farmaceutica Axon, è giunto alle stesse conclusioni: l’86% dei partecipanti ha riferito un miglioramento dei sintomi dopo 30 giorni di assunzione di un prodotto a base di olio di cannabinoidi (CBD).
Ma attenzione a non confondere la cannabis medica con lo “spinello” fumato a scopo ricreativo: per ottenere l’effetto terapeutico è necessario bilanciare i componenti in maniera controllata. La marjuana acquistata da canali non ufficiali non è un farmaco e il suo uso a lungo termine o a dosi troppo alte può addirittura aumentare il mal di testa e il rischio di ictus ischemico o emorragico.
Intanto, però, le informazioni aneddotiche hanno creato le basi per un nuovo impegno della ricerca in questa direzione. A maggio di quest’anno è stata pubblicata su Frontiers Neurology una review sistematica sull’uso della cannabis per lenire i sintomi dell’emicrania, ovvero una rassegna della letteratura scientifica pubblicata sulla materia. I ricercatori hanno analizzato 12 studi pubblicati in Italia e negli Stati Uniti, per un totale di 1980 pazienti tra i 18 e gli 89 anni affetti da emicrania e curati con la cannabis medica in varie dosi e modalità di somministrazione (inalata, edibile e orale).
Da questa analisi è emerso che la cannabis medica assunta per 30 giorni riduce la durata in giorni delle emicranie e anche la frequenza degli attacchi. Dopo 6 mesi, riduce anche l’insorgenza di altri sintomi associati alle emicranie, come nausea e vomito. A confronto con i farmaci tradizionali, la cannabis medica è risultata il 51% più efficace nel contrastare gli episodi di emicrania, gli effetti collaterali sono per lo più lievi e si sono manifestati in poco più del 40% dei pazienti che avevano usato preparazioni orali a base di cannabis. I ricercatori concludono che “vi sono prove promettenti che la cannabis possa avere un effetto benefico sull’insorgenza e sulla durata dell’emicrania negli adulti”, ma spiegano anche che sono necessari nuovi studi, ben progettati e rigorosi dal punto di vista scientifico, per confermare questa ipotesi.
Alle stesse conclusioni era giunta anche un’altra review pubblicata l’anno scorso sulla rivista Cureus, che citava numerosi articoli a sostegno dei benefici della cannabis per l’emicrania. Lo studio analizzava anche quali fossero le modalità di assunzione preferite dai pazienti: in testa fumo e vaporizzazione, seguiti in particolare per le donne, da preparazioni edibili, tinture e applicazioni topiche. Le dosi, invece, sono molto variabili tra i pazienti, ed è proprio la mancanza di standardizzazione a compromettere la qualità dei risultati. Molti fornitori di servizi medici esitano a raccomandare la cannabis medica a causa della mancanza di forti prove di efficacia, di una formazione professionale adeguata e di linee guida uniformi. Anche gli autori di questa seconda review, quindi, concludono che “i benefici terapeutici della cannabis dovrebbero essere ampiamente studiati per determinare il metodo di somministrazione, la dose e il ceppo adeguati per la gestione dell’emicrania e del mal di testa cronico”.
* Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo articolo hanno un fine illustrativo, sono tratte da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico. Quindi prima di utilizzare prodotti a base di THC o CBD ti consigliamo di rivolgerti a un professionista.
Ti invitiamo a non consumare prodotti alla cannabis fuori dalla legalità: può essere molto pericoloso per la tua salute, provocare effetti collaterali non prevedibili e portarti seri problemi con la legge.
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